Visual kei

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  1. NanaOsaki
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    Visual kei



    Il visual kei (ヴィジュアル系 vijuaru kei, "stile visivo"), è un genere musicale peculiarmente giapponese sviluppatosi a partire dalla seconda metà degli anni ottanta del XX secolo.
    Il nome è composto dalla parola inglese visual ("visivo") e giapponese kei (系, "stile"); la grafia visual key è comunemente diffusa su Internet, ma si tratta di un errore poiché la seconda parola è appunto la giapponese kei e non l'inglese key. L'espressione è stata coniata dalla frase «Psychedelic Violence Crime of Visual Shock», slogan degli X JAPAN (leggibile anche sulla copertina dell'album BLUE BLOOD), band considerata tra i maggiori esponenti del movimento nonché tra i pionieri e fondatori dello stesso.
    Corrente eterogenea e variegata, originariamente si ispira in parte allo stile musicale e d'abbigliamento dei gruppi hair metal come Mötley Crüe, Poison, Europe, Guns N' Roses, e in parte alle correnti new wave e post-punk di matrice europea. Ha raggiunto la sua maturità a partire dagli anni novanta e dagli anni 2000 ha conosciuto un crescente interesse da parte del pubblico internazionale.
    Nonostante alle origini il visual kei si presentasse come un vero genere musicale omogeneo e riconoscibile, con il tempo si è esteso e ramificato fino ad assumere la dimensione di una scena musicale a sé stante, molto ampia e caratterizzata fondamentalmente non per il sound, ma per il look. L'aspetto visivo, l'istrionismo delle esibizioni e la celebrazione dell'artista come persona hanno un ruolo centrale e non dispensabile, di pari livello a quello musicale: l'immagine e la musica hanno cioè la stessa importanza al fine di creare un'esperienza di tipo teatrale e congruente con un concept artistico che viene spesso definito dalle singole band

    Musica
    A livello musicale il visual kei non ha nessuna caratterizzazione specifica, bensì possiede una eterogeneità di stili imparagonabile a qualunque altro genere, pur restando sempre nell'ambito del rock; è per questo verso associabile allo Shibuya kei, un altro stile giapponese (legato però all'ambito del pop) noto per gli esiti molto variegati che raggiungono i suoi esponenti. I gruppi visual kei spaziano enormemente dall'heavy metal al pop rock senza trascurare molti influssi come il grunge, il dark, l'hard rock, il glam, il punk e l'elettronica, e non sono inusuali i riferimenti alla musica classica[6]; viene inoltre spesso ricercata la fusione di più tipologie (anche opposte) per creare un effetto spiazzante e teatrale.

    Essendo un genere musicale grandemente basato sull'impatto visivo e teatrale, i media legati al visual kei sono molto elevati per quantità e qualità. Spesso si ritrova in queste pubblicazioni un'esaltazione della figura fisica del musicista più ancora che della sua musica.

    Dischi
    Ogni prodotto discografico messo in commercio dagli artisti è sempre estremamente curato nella sua veste editoriale, e spesso è pubblicato in più edizioni differenziate per grafica, contenuto (tracklist, bonus track, b-side, eccetera), materiali bonus (DVD extra, poster, gadget, eccetera) ed altri aspetti ancora, tutte distribuite nei negozi in contemporanea (e non successivamente l'una all'altra come accade in Occidente). Soprattutto a partire dal XXI secolo, quasi ogni disco (singolo, EP o album che sia) viene stampato in molteplici edizioni, solitamente una normale ed altre speciali ognuna con un loro distinto omake (御負け? "extra"): bonus track, brani esclusivi composti dai singoli componenti, DVD con videoclip, making-of o esibizioni live, poster, libri fotografici, cartoline promozionali, persino profumi ed altro ancora. Questa enorme moltiplicazione delle uscite (ad ogni titolo possono corrispondere dalle due alle cinque edizioni diverse) genera un doppio effetto: da un lato consente al fan di poter scegliere la versione che preferisce e fidelizza nei confronti dell'artista, e dall'altro ha un enorme rientro economico dato dal fatto che i fan più affezionati tendono ad acquistare tutte le versioni disponibili di ogni titolo. Il marketing strategico e virale ha raggiunto in alcuni casi risultati del tutto inediti: per esempio, nel 1997 e nel 2002 i MALICE MIZER hanno realizzato due film muti recitati dai membri della band per promuovere due singoli, rispettivamente Verte aile[20] (una storia romantica ad ambientazione francese) per Bel Air ~Kūhaku no shunkan no naka de~ e Bara no konrei(rielaborazione del Dracula di Bram Stoker) per Mayonaka ni kawashita yakusoku. Analogamente hanno fatto nel 2009 i Versailles per la promozione del singolo ASCENDEAD MASTER realizzando un omonimo cortometraggio che vede impegnati come attori i componenti della band; sperimentando una innovativa strategia di marketing, il cortometraggio è stato spezzato in tre parti, ognuna delle quali è stata inserita come bonus in una diversa edizione del singolo: questo vuol dire che per poter vedere interamente il film è necessario comprare tutte e tre le edizioni del singolo, ed inoltre la colonna sonora del film, composta da quattro brani, è inoltre anch'essa stessa spezzata nelle quattro edizioni del singolo (le tre speciali più la normale).

    Video
    Anche i DVD sono una parte importante del mercato discografico visual kei: non vengono pubblicati solo i grandi concerti svoltisi in arene o stadi, ma anche le esibizioni più modeste, e per i gruppi più importanti da ogni tour viene tratto almeno un DVD (come nel caso dei Vidoll). Frequenti sono anche le raccolte di video musicali e commemorativi in occasione di anniversari o dello scioglimento dei gruppi, o documentari sui tour degli artisti in cui, più che le riprese effettive dei concerti, sono presenti interviste e materiale di backstage.
    Poiché il visual kei è un genere che insiste molto sul lato visivo e drammatico, il videoclip riveste un ruolo primario nella diffusione di questa musica. La stragrande maggioranza dei video musicali rappresenta la band o l'artista mentre si esibisce nell'esecuzione della canzone, e la creatività del regista sta nel saper creare dei contesti che esaltino tanto il lato musicale quanto quello visivo. I migliori e più importanti esiti sono stati raggiunti dalla casa di produzione VISUAL TRAP, che a partire dagli anni novanta ha prodotto e realizzato moltissimi PV (sigla di "promotional video") per i più importanti esponenti del genere. Particolarmente rappresentativi sono i clip dei Dir en grey, che hanno realizzato numerosissimi video (non solo per i singoli, ma anche per intere tracklist di album, e tutti diretti da Hiroyuki Kondō) che sono una testimonianza dell'evoluzione del gusto visual kei dal 1997 ad oggi.

    Carta stampata
    Esistono, inoltre, numerose riviste specializzate sul visual kei come ARENA 37 °C, Cure, FOOL'S MATE, SHOXX, Zy., Neo Genesis ed altre ancora: patinate e di grande formato, presentano numerosi servizi fotografici accompagnate da conversazioni con gli artisti, ma nessuna recensione musicale. Queste riviste tendono soprattutto e prevalentemente ad esaltare la figura dei musicisti più ancora della loro musica, con curatissime sessioni fotografiche e lunghe interviste durante le quali si indaga più l'aspetto personale degli artisti che non la loro musica: sono frequenti domande sui gusti culinari, sui prodotti cosmetici usati, sulla cura dei propri animali domestici ed altro ancora; questi articoli fatti di grandi foto a tutta pagina e curiosità servono allo stesso tempo ad esaltare l'immagine dei musicisti allo status di cult e contemporaneamente a renderli più umani e vicini al pubblico.
    Sono altresì molto diffusi i libri fotografici (consuetudine presente in generale in tutta la musica giapponese, per esempio nel mondo delle idol, e non solo nel visual kei) e molte altre pubblicazioni dov'è possibile apprezzare al meglio il trucco, le acconciature ed il vestiario dei musicisti: il look è un aspetto centrale per questo genere musicale
     
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0 replies since 11/9/2012, 20:27   20 views
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