Zashiki Warashi

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  1. Yumi Nakamura
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    holic1631LG

    Il nome si compone delle parole “zashiki”, termine che indica la stanza con tatami (stuoie di paglia intrecciata) delle case giapponesi, e “warashi”, termine arcaico per “bambino”.

    Questo yōkai (essere soprannaturale) è uno spirito casalingo che nelle fattezze ricorda un bambino o bambina tra i 3 e i 12 anni di età, coi capelli a caschetto e il viso rosso. Il nome ha origine nella prefettura di Iwate, ma leggende analoghe sullo zashiki warashi si possono riscontrare in tutto il Giappone.
    Si dice spesso che quando questa creatura prende dimora in una casa, la sua famiglia conoscerà prosperità e ricchezza, ma quando se ne va, la casa cadrà in rovina. Inoltre è credenza comune che lo zashiki warashi non sia visibile, se non nel momento in cui sta lasciando la casa. In altre versioni lo zashiki warashi può essere visto solo dai membri della famiglia presso cui abita, in particolare dai bambini.
    Sebbene non si manifesti, si può essere certi della sua presenza dalle marachelle che gioca alle persone quando dormono, come muovere i cuscini e strattonare le coperte, lasciare impronte nella polvere o produrre suoni simili a musiche nelle stanze vuote.
    Predilige le abitazioni grandi e ben tenute, e si dice che per attirarlo e far sì che rimanga nella casa, nonostante non si veda debba essere comunque notata la sua presenza, apprezzata e tenuta in conto, quasi alla maniera in cui si crescono i bambini. Tuttavia troppe attenzioni possono allontanarlo.

    Altri nomi dello zashiki warashi sono: Zashiki Bokko 座敷ぼっこ, Kura Bokko 蔵ぼっこ, Kura Warashi 蔵童 (bambino del magazzino), Kometsuki Warashi 米搗き童 (bambino che pulisce il riso), Usutsuki Warashi 臼搗き童 (bambino della macina che batte), Karako Warashi 唐子童 (bambino in abiti cinesi), Notabariko のたばりこ , Chōpirako ちょうぴらこ.

    Simili allo zashiki warashi ci sono il Makuragaeshi della Prefettura di Ishikawa, lo Akashaguma della Prefettura di Tokushima e lo Akashaguma che vive nel Santuario Kotohira.

    Le diverse tipologie di zashiki warashi si distinguono nel carattere e nell'amabilità: ad esempio vi è il Chōpirako, descritto come molto bello e dal viso bianco, o il Notabariko o il Usu-tsuki Warashi, che escono dai pavimenti di terra battuta e strisciano, producendo un suono simile al battere di una macina e provocando malesseri. Questi ultimi sembrano essere collegati da antiche usanze infanticide chiamate makiki (letteralmente “soppressione”), le quali consistevano nel sepellire i bambini indesiderati in qualche luogo della casa, ad esempio appunto pavimenti di terra battuta o le macine.

    La leggenda degli zoccoli del Zashiki Warashi.
    Molti anni fa durante un'epoca in Giappone in cui le calzature straniere stavano diventando popolari, il signor Yoshida Kunitaro era preoccupato per il futuro delle calzature tradizionali giapponesi, i geta. Egli aveva dato vita a molti stili diversi di geta, frutto dei suoi progetti e del suo lavoro.
    Un giorno in inverno, stava lavorando ai geta nel suo laboratorio come al solito, quando udì un suono di passi prodotto da geta venire dalla direzione del suo negozio. Il suo primo pensiero fu “Un cliente è venuto nel mio negozio”. Uscì dal laboratorio e andò al negozio per vedere chi fosse ma non vide nessuno. Allora pensò “Un bambino deve essersi messo a giocare coi miei geta”, ma quando guardò i geta vide che erano tutti in ordine. A quel punto si convinse che era stata la sua immaginazione e tornò al laboratorio. In breve udì di nuovo il suono che fanno i geta quando si cammina, e questa volta egli pensò “Dev'essere uno zashiki warashi che produce questo suono”. A quel punto decise di creare dei geta pregiati per lo zashiki warashi e li presentò come offerta all'altarino Shinto del negozio.
    Nel giro di poco tempo, le sue calzature cominciarono ad aver successo e a vendersi facilmente, e il negozio prosperò.
    Da quel momento, lo stile dei geta di Yoshida Kunitaro è conosciuto come “stile dei geta dello zashiki warashi”, e portano fortuna con il suono che producono, “karan-koron”. Vennero messi nella vetrina del negozio come un talismano. E si dice che chi li metta di fronte alla porta della propria casa riceva grande fortuna.
     
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